Biografia di Ideo Pantaleoni

PantaleoniIdeo Pantaleoni

Nasce a Legnago, in provincia di Verona, il 12 ottobre 1904 da Paolo Pantaleoni e Lucilla Sabbioni, secondogenito. La sorella Maria, più grande di lui di quattro anni, gli rimane vicina per tutto il corso della sua vita. La famiglia è in continuo movimento, a causa della professione del padre che è un assicuratore; si trasferiscono prima a Mantova e poi a Ferrara, dove Ideo frequenta le scuole fino al diploma conseguito presso la Scuola d’Arte Dosso Dossi. Sin dalla tenera età mostra una notevole propensione alle arti, disegna su qualsiasi supporto trovi disponibile: famoso è il ricordo dei suoi “piccoli capolavori” sul ciottolato del marciapiede antistante la sua casa nel centro di Ferrara, dove amava riprodurre qualsivoglia immagine catturasse il suo vivido interesse. In seguito a Bologna frequenterà l’Accademia di Belle Arti.
Nel 1923 si trasferisce a Milano, dove entra da subito in contatto con l’ambiente artistico. A Milano, che in quegli anni era il punto cardinale nella geografia dell’arte e della cultura, frequenta i maestri De Pisis, Carrà e Sironi che lo aiutano a comprendere il “mestiere artistico”, la maestria compositiva, la perizia tecnica e le consonanze cromatiche, accostandolo alla sperimentazione di nuove tecniche, aiutandolo ad arricchire così le sue opere di forme e soggetti per lui inediti.
Tutto questo gli permise di crearsi una clientela di collezionisti che lo seguì con ammirazione e continuità.
Scoppia la II Guerra Mondiale, il suo studio di Via Fontana a Milano viene bombardato, perde molte delle sue opere e si vede costretto a lasciare la città. Nel suo migrare da un luogo all’altro, a Rapallo incontra Bianca Magri che diviene sua compagna e moglie di tutta un’esistenza.
Nel 1948 si reca a Parigi, dove viene travolto dal fascino della Ville Lumière e dell'ambiente artistico bohémien; ne rimane affascinato e decide di abbandonare quasi del tutto il figurativo tradizionale avvicinandosi così all’astrazione, opere d’ispirazione cubista, ottenendo un largo successo di pubblico e di critica: venne definito il “Maître des Gris” (il maestro dei grigi). Ritornato a Milano entra a far parte del movimento “M.A.C.”, (Movimento Arte Concreta) in qualità di socio accanto ai fondatori Atanasio Soldati, Gillo Dorfles, Gianni Monnet e Bruno Munari, continuando però a fare la spola con Parigi dove negli anni ha consolidato i suoi rapporti con artisti quali Klein, Poliakoff, Pillet, Hartung, Atlan, Seuphor, Huber, Dewasne e galleristi come Monsieur Rosse della “Galerie La Roue” suo noto estimatore e mecenate. A lui si deve il contatto con istituzioni e musei francesi: l’opera “Composition” del 1958 fu acquistata dal Musée de la Ville de Paris, e opere di Pantaleoni furono esposte anche alle mostre del gruppo “Réalités Nouvelles” dove venne accolto quale Socio Onorario. Anche in Italia partecipa a importanti mostre nazionali quali la Biennale di Venezia, la Triennale di Milano, le Quadriennali romane.
Dal 1957 si allontana dalla pittura astratto-concreta per avvicinarsi a nuove strutture d’impronta astratto-informale che denotano un nuovo rigore pittorico, sviluppando effetti cromatici di trasparenze a piani sovrapposti. Nei due anni successivi l’esperienza del movimento M.A.C. volge al suo termine, e Pantaleoni passa le sue estati ad Albissola, nota residenza di artisti dediti alla scultura. Tra questi Lucio Fontana che lo convince ad avvicinarsi alla ceramica, ottenendo anche in questo campo un apprezzabile successo.
Nel 1962 la sua ricerca passa all’astratto-gestuale, nascono opere di elevata qualità, ormai rarissime in quanto disperse in varie collezioni private e musei. A Milano ha come amici gli artisti Bertini, Dorfles, Fontana, Grossi, Mazzon, Mocenni, Monnet, Munari, Pozzi, Regina, Soldati, Veronesi, Bozzolini, Dangelo, Falchi, Nigro e Righetti. Molti di loro sono assidui frequentatori dello stesso ambiente artistico parigino frequentato da Pantaleoni.
Gli anni ‘70 lo vedono impegnato nella produzione di opere plastiche tridimensionali in legno, acciaio e anticorodal, le forme divengono geometrie costruttiviste che danno vita a opere scultoree, composizioni di cerchi, linee, piani, rombi e rettangoli, sovente sovrapposti a più livelli, con rimandi all’arte programmata. La sua prima opera, in anticorodal, vicina all’arte che poi sarà denominata “programmata” è datata 1953: definirlo quindi precursore di tali movimenti è quanto meno doveroso e lecito. Queste opere, come in precedenza per l’arte astratta, riscuotono notevole successo di pubblico e tra le innumerevoli mostre di quel periodo, menzioniamo quelle tenute alla Galleria Vismara e al Museo della Permanente. E così avviene per le opere pittoriche prodotte con l’uso dell’aerografo che anticipano, di almeno dieci anni, quella che diverrà la Street Art.
Gli anni ‘80 sono pura esplosione di colore che con maestria e sensibilità catturano lo sguardo e l’animo dello spettatore. I rimandi ai grandi maestri come Monet sono evidenti, non per nulla questo ciclo di opere di Pantaleoni sono state denominate “Mon jardin imaginaire”.
Per tutta la sua lunga vita Pantaleoni ha perseguito una personale ricerca cromatica e compositiva rigorosa e raffinata, partecipando a molteplici manifestazioni d’arte italiana ed estera. Storiche gallerie hanno esposto le sue opere (Galleria Annunciata, Galleria Gian Ferrari, Galleria Vismara e molte altre) in mostre cui sono seguite importanti acquisizioni da parte di collezionisti e di Musei nazionali e internazionali (a Parigi e New York in primo piano).
Ideo Pantaleoni si spegne a Milano il giorno di Natale del 1993 a 89 anni.

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