Ennio Finzi nasce a Venezia nel 1931 e, giovanissimo, si interessa di pittura e di musica. Dopo una temporanea frequenza dei corsi dell'Istituto d'Arte di Venezia viene attratto dall'affascinante scoperta dello sconvolgimento strutturale del cubismo, il che gli permette di trascendere il dato reale della rappresentazione. Con la Biennale del 1948 si riapre a Venezia l'Archivio Storico delle Arti Contemporanee e questo fatto gli offre la possibilità di dedicarsi allo studio dei maestri delle avanguardie storiche. L'incontro con Atanasio Soldati, genera uno stimolo che influenzerà le opere successive caratterizzate da accesi cromatismi e rigorosi equilibri formali. Nascono così le prime "invenzioni" in cui il ritmo, il colore, la luce, il timbro, assumono il ruolo di elementi portanti e diverranno una costante basilare di tutta la sua ricerca. Notevole influenza in quegli anni viene esercitata su Finzi da Virgilio Guidi per la forza ideologica del pensiero creativo e da Emilio Vedova per l'impeto del gesto che aggredisce la superficie. La scoperta della musica dodecafonica lo porta ad appropriarsi del principio della "dissonanza". Improvvisamente, in tal modo, la prassi di un colore sciolto da ogni relazione di tono e carico dell'esclusiva funzione di timbro, apre nuovi e vasti orizzonti, tanto che da quel momento e fino al termine degli anni '50 il suo lavoro risulterà un'ossessiva ricerca sulla semantica del gesto, della luce, del timbro, il rapporto suono-colore, un colore che Finzi, più che "vedere", ama "ascoltare" nelle sue risonanze più intime, gli permette di esprimersi secondo altre regole del tutto aleatorie in svincolata autonomia. Sul finire degli anni ‘50, segnati dalle sconvolgenti intuizioni di Lucio Fontana, che Finzi conosce a Milano in occasione di una sua mostra alla galleria Apollinaire, la turbolenza gestuale e l'urgenza espressiva si placano e subentra una dimensione più riflessiva nella direzione di un superamento della pittura stessa, con l'avvicinamento alle teorie gestaltiche sulla fenomenologia della percezione. I principi della optical art informano le sue ricerche sulla suggestione ottica fino al 1 978. Nel 1980 la pittura riconquista lo spazio dominante con un successivo alternarsi di colore e non colore, di luce ed oscurità che si contendono la superficie dell'opera, il nero viene posto come la luce del buio, del vuoto, del silenzio e lo conduce a sondare le risonanze più segrete dell'inesistente sull'invisibilità della pittura stessa. Nella continua dialettica che contraddistingue il principio della ricerca, Finzi procede per stadi successivi di evoluzione caratterizzati da espansioni di sontuosità cromatiche e da improvvisi azzeramenti di ogni luminosità in cui concentra allo stato potenziale ogni emissione energetica. Ha cominciato ad esporre nel 1949 alla fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia dove nel 1956 ha tenuto la sua prima personale. Ha partecipato, su invito, nel 1959 8 nel 2000, alla Quadriennale di Roma e nel 1986 alla XLlI Biennale d'Arte di Venezia. Sono da ricordare, oltre olla mostra antologica del 1980 alla Bevilacqua La Masa di Venezia, l'esposizione alla Galleria d'arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Corti (Verona) e quella alla Galleria d'Arte Moderna Palazzo dei diamanti (Ferrara). Nel corso del 2002 è stata allestita a Roma e Spoleto una grande retrospettiva dal titolo: "Ennio Finzi, Venezia e le avanguardie del dopoguerra". Nel 2005 a esposto a Urbino nelle sale del Palazzo Ducale, nel 2006 a Praga presso la Fondazione Manes e nel 2007 a Napoli nelle sale di Palazzo Reale, l'ultima importante esposizione personale è stata promossa dalla Regione del Veneto a Villa Contarmi (Piazzola sul Brenta, Pd), nel 2010-2011, dal titolo "Ennio Finzi, dal nero al non colore. Opere 1950-2010". Ha insegnato all'Accademia di Venezia. Vive e lavora a Venezia - Mestre.