Testo di: Claudio Olivieri - L'urgenza di accadere

Claudio Olivieri: L'urgenza di accadere.

Testo scritto da Riccardo Guarneri.

Caro Claudio,
mi fa piacere scrivere una piccola cosa in occasione di questa tua mostra personale da Ferrarin. Si tratta di una breve lettera di auguri, amicizia e stima per il tuo lavoro sempre bellissimo.
Agli inizi delle nostre ricerche pittoriche eravamo (in senso opposto) i due pittori più invisibili di quel tempo. Allora la nostra pittura rientrava in quel filone, per la verità assai poco frequentato dagli altri artisti, denominato ''bassa percezione". "Tu elaboravi quadri molto scuri dove i bruni caldi e i blu intensi e freddi erano difficili da distinguere sulla superfìcie della tela. Al contrario, io mi cimentavo con i bianchi, o con i quasi bianchi nell'idea ossessiva del colore/luce. Entrambi abbisognavamo, per i nostri quadri, di lunghi tempi di osservazione, infatti io definivo i nostri lavori "opere a lento consumo".
Poi le riproduzioni sui cataloghi... che disastro! Era impossibile distìnguere le sfumature i passaggi più tenui. Ombra e luce in una astrazione lirica, leggera e impalpabile ma sempre rigorosa nel suo farsi. Poi col tempo tu hai schiarito i toni verso una maggiore luminosità cromatica, io verso una maggiore visibilità.
Ma a ben guardare tutte le modifiche apportate alla nostra pittura hanno prodotto un cammino continuo e lineare. Per entrambi quelle opere di cinquant'anni fa sono ancora la documentare, a ribadire il nostro pensiero sulla qualità della pittura. Questa idea sulla qualità è stata una nostra ossessione da sempre. Impegno questo del nostro essere pittori, del nostro esistere,

Grazie, Claudio, per la bella pittura che hai dato e continui a dare a noi tutti.

Con affetto e stima,

Riccardo Guarneri
Firenze, aprile 2012


Testo scritto da Claudio Verna.

Per Claudio Olivieri.
Nel 1960, durante una delle mie frequenti puntate a Milano, da Firenze dove allora abitavo, mi capitò per caso di vedere la prima personale di Claudio Olivieri al mitico Salone Annunciata. Naturalmente non lo conoscevo, ma capii subito di trovarmi di fronte ad un pittore vero, colmo di energia e di grande qualità. E siccome anch'io avevo appena inaugurato la mia prima mostra alla galleria Numero di Firenze, ecco, pensai, un possibile compagno di strada. Sarebbero passati altri dieci anni prima di diventarne amico ma, nel frattempo, in qualche modo diventai anche un suo collezionista. Ad un gallerista un po' restio a pagarmi, chiesi dì saldare i! suo debito con una piccola tela di Olivieri del 1963 che avevo visto nel suo studio e che conservo ancora.
Chissà se Claudio lo sa.....
Da allora le nostre strade si sono incrociate spesso, nelle situazioni più disparate, ma tutte vissute ne! comune amore per la pittura. Le polemiche nei confronti dei suoi detrattori, scontri anche duri, ci hanno tenuto compagnia, rafforzando una consapevolezza del nostro essere artisti fatta di studio e di sperimentazione, ma soprattutto di lavoro devoto e appassionato. Ognuno, naturalmente, geloso custode della propria identità.
Parlare di pittura con Claudio significa affrontare argomenti apparentemente anche i più diversi che ad un certo punto, però, ti accorgi hanno a che fare con la nostra condizione, i nostri dubbi certo, ma anche la nostra dedizione totale ad una scelta-non-scelta in cui siamo immersi. Non sempre, naturalmente, le nostre posizioni hanno coinciso, ma ho sempre considerato le sue un punto di riferimento inevitabile anche quando, nella foga delle sue escursioni polemiche, esplode letteralmente nel paradosso. Ma, a parte il fatto che spesso il paradosso è più vero del vero, devo riconoscere a Olivieri una particolarità tutta sua: più si infervora più il suo discorso sì fa lucido, precìso, i suoi giudizi taglienti. Non stempera le sue opinioni, le esalta; non cerca il compromesso, si compromette. Insomma, vive la sua avventura con grande generosità, senza risparmiarsi e i suoi quadri ne sono la testimonianza più eloquente. Ecco, senza addentrarmi in analisi critiche che non mi appartengono, posso almeno dire che considero il suo un lavoro radicale, lontano dalle piacevolezze della "bella pittura" ma insieme aperto alle suggestioni più impreviste, liriche o drammatiche, che possono emergere dalla storia dell'arte come dalle esperienze de! vissuto. Claudio Olivieri non mette in campo didascalie di idee pur nobili, ma elabora i suoi quadri con la passione di chi si gioca tutto ogni volta, con i rischi che questo comporta, ma convinto che solo così può aspirare a risultati degni di una vita dedicata all'arte.

Claudio Verna.


Claudio Olivieri: L'urgenza di accadere.
Testo Critico a cura di Giovanni Maria Accame.

La pittura dì Olivieri si presenta di fronte a noi nel suo accadere. Accade facendosi luogo e sostanza. Nasce come evento e dall'evento non si discosta. Non rappresenta, non indica, non simboleggia, resta nel movimento che l'alimenta e la sottrae a quanto le è estraneo. E' caratteristica dell'evento trovarsi in una posizione di solitudine, non perché manchi la comunicazione o, tanto meno, l'emozione di un riscontro, ma perché tale è la sua connotazione. L'evento accade quando tutto il resto si ritrae. Da ventanni, da quando gli ultimi, erranti, segni hanno lasciato le tele di Olivieri, ciò che avviene in questi quadri, avviene nel silenzio che li circonda. Un silenzio avvolgente che cì coinvolge e porta a un ascolto totale: la pittura non è solo quella che abbiamo di fronte, ma il luogo che abitiamo. Non possiamo, se si è compreso ciò che accade, essere all'esterno, ma all’interno del fenomeno. Anche perché l'esterno di questa pittura è quanto della sua interiorità si vede. E in ciò si conferma ancora l'accadere dell'evento, che non si fissa, non si costruisce, ma ci sorprende e ci affascina per il suo esserci. Oscura, inquieta, notturna anche quando accoglie la luce, questa pittura fa del colore la propria tonalità. Fluido e mobile, il colore trova la sua consistenza nell’inquietudine di un respiro incessante e profondo. Mai fermo, anche quando sembra chiudersi nelle cromie più profonde, scorre e si rigenera. Qui il colore non si organizza in forme, non insegue figure, ma si distende pienamente, nella libertà che gli deriva dal non subire ordini e quindi avendo per sé soltanto il proprio ordine, il depositarsi, sovrapporsi, trasformarsi, è di questo colore che conserva, della tecnica con cui viene applicato, l'attimo di sospensione prima di raggiungere la tela. Conserva la trasparenza nella stratificazione, allo sguardo è possibile percorrere l'oscurità che comunque rivela ciò che può svelare. I lavori di questi ultimi anni, dal sommovimento in tempi lunghi, riflessivi, delle opere precedenti, portano a un'atmosfera più percorsa da ampie evoluzioni, come da repentine correnti. Olivieri agisce prevalentemente sui lati verticali, provocando movimenti in successione che si rincorrono e sovrappongono, o con attraversamenti diagonali che sconvolgono più internamente la superficie. Questa maggiore mobilità della pittura ne potenzia la fluidità, aumenta la leggerezza, che non intacca la sostanza, ma rende più percepibili le trasparenze. E' soprattutto l'idea di superficie a subire le maggiori variazioni, prima la superficie era il luogo del profondo, cì afferrava nella vertigine silenziosa di un percorso intenso, assoluto. Ora sulla tela è tutto più accelerato. L'attenzione è maggiormente inquieta, meno riflessiva. Agiscono e reagiscono gli impulsi, gli scatti nervosi, lo sguardo è mobilissimo. La maggiore visibilità di ciò che accade, non accresce il possesso di questa pittura, ne indica anzi l'inafferrabilità. L'accelerazione del suo respiro muta anche il senso temporale che, in rapporto al movimento, acquista maggior rilievo. Non scorre più nel silenzio delle sedimentazioni, ma pone con fermezza il problema della sua presenza e della sua incidenza. Tempo incessante di una pittura persistente, testimone del proprio esserci e trascorrere. Presenza, non più di una lontananza che si avvicina ma, ora, nelle opere recenti, presenza immediata, di cui sentiamo l'urgenza di accadere. Il diverso accadere crea una nuova immagine. Si è modificato lo spazio o, per meglio dire, quello che era il luogo delle adiacenze e degli scorrimenti sì è fatto propriamente spazio. Il colore qui si solleva, vibra, la forza che lo muove crea dei vortici, a volte vere e proprie bufere che sconvolgono la superficie. Ma poi, si avverte, c'è sempre all'interno una dimensione profonda. E' infatti questa che ora si dischiude maggiormente e più concede al nostro sguardo. La presenza di un altrove non ha mai lasciato queste tele, i diversi tempi e movimenti che distinguono gli ultimi, dai precedenti lavori, non mutano l'orìgine, ma il termine. Cambia il nostro incontro, l'evento ha un'inquietudine differente. Resta la conferma di una pittura che più si avvicina a se stessa, più si dilata e ci raggiunge.

Questo sito utilizza i cookie solo a scopo tecnico per migliorare l'esperienza di navigazione degli utenti.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di piu'

Approvo

Informativa estesa sui Cookie

I cookie sono stringhe di testo memorizzate su computer, tablet, smartphone, notebook, da riutilizzare nel corso della medesima visita o per essere ritrasmessi agli stessi siti in una visita successiva. Ai sensi dell'art. 13 del D.l.vo n. 196/2003 En Joy Energia rende noto agli utenti del sito che utilizza unicamente cookie di tipo tecnico, che non richiedono un preventivo consenso; si tratta di cookie necessari, indispensabili per il corretto funzionamento del sito, servono per effettuare la navigazione o a fornire il servizio richiesto dall'utente; in particolare, essi sono suddivisi in:

Cookie di navigazione o di sessione: garantiscono la normale navigazione e fruizione del sito;

Cookie analytics: sono utilizzati direttamente dal gestore del sito per raccogliere informazioni, in forma aggregata, sul numero degli utenti che visitano il sito stesso; con questi cookie non vengono raccolte informazioni sull'identità dell'utente, né alcun dato personale;

Cookie di funzionalità: permettono all'utente la navigazione in funzione di una serie di criteri selezionati (ad esempio, la lingua) al fine di migliorare il servizio reso.

Gestire i cookie sul suo PC: L’utente può bloccare o cancellare i cookie attraverso le funzioni del proprio browser: tuttavia, è possibile che il sito risulti non consultabile o che alcuni servizi o determinate funzioni del sito non siano disponibili o non funzionino correttamente e/o l'utente potrebbe essere costretto a modificare o a inserire manualmente alcune informazioni o preferenze ogni volta che visiterà il sito.

per ulteriori info: info@ferrarinarte.it