Paolo Masi

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Nasce a Firenze nel 1933, dove vive e lavora.
Fin dagli anni Cinquanta partecipa a quella elaborazione sperimentale di nuove tendenze artistiche che a Firenze si caratterizzerà come frattura profonda nei confronti del passato. Passerà dalle iniziali esperienze della pittura informale e dell'astrattismo concreto a un'attività articolata, complessa e diversificata sul piano tecnico-linguistico.
Negli anni Sessanta l'attività di tipo programmatico e teorico si esplica con la partecipazione a collettivi e gruppi come il Centro F/uno (1967-70) con Lanfranco Baldi, Auro Lecci e Maurizio Nannucci. In seguito si avvicina alle contestuali esperienze analitico-riduttive, scomponendo e riorganizzando sul pavimento e contro le pareti aste di alluminio, specchi, fili o piccole stecche di plexiglas colorato, che estendono anche alla terza dimensione la ritmicità dello "spazio-colore" (Galleria Schema, Galleria Christian Stein).
La fase successiva coincide con il ritorno alla bidimensionalità attraverso il progetto “Rilevamenti esterni - conferme interne” (1974-76), elaborazione che egli sviluppa all'esterno del suo studio con il lavoro iniziato nel 1974 a New York delle “Polaroid” di tombini, muri e pavimenti e all'interno dello studio con le “Tessiture” (tela grezza cucita) e i “Cartoni” da imballaggio, dove utilizza per la prima volta adesivi trasparenti e coprenti, facendo emergere la struttura interna del materiale (Lydia Megert, d+c Mueller Roth, Thomas Keller, Primo piano, La Polena, Ariete, Schema).
Nel 1974 è co-fondatore insieme a Maurizio Nannucci e Mario Mariotti di un collettivo che gestisce lo spazio no profit di Zona a Firenze che, a partire dal 2000, trova la sua continuazione nel collettivo Base.
Partecipa alla Biennale di Venezia (1978); alla XI Quadriennale romana (1986); alle mostre Kunstlerbücher di Francoforte e Erwitert Photographie Wiener Secession di Vienna (1980); alla mostra parigina sul libro d'artista (Centre Georges Pompidou, 1985), ad Arte in Toscana 1945-2000 (Palazzo Strozzi, Firenze, Palazzo Fabroni, Pistoia, 2002) e alla mostra “Pittura Analitica. I percorsi italiani 1970-1980” (Museo della Permanente, Milano, 2007).
Le opere successive sono i “Contenitori di forma colore”, le “Serialità” e nuovamente i “Cartoni” (superfici di vario tipo: legno, tela, carta), sulle quali l'artista interviene con una complessa operazione pittorica. Questi lavori sono stati presentati a varie riprese al Centro d'Arte Spaziotempo di Firenze dal 1993 al 2002.
La serie di plexiglas, “Trasparenze”, iniziata nel 2000, dipinta con la tecnica della vernice spray, permette all'artista di operare una nuova definizione dello spazio attraverso "sollecitazioni cinetico-cromatiche" di luci e ombre. L'installazione Senza titolo (Trasparenza) del 2003, composta da decine di esili lastre di plexiglas dipinto, è entrata a far parte della Collezione permanente del Museo Pecci di Prato ed è stata presentata recentemente al Museum of Contemporary Art di Shanghai. Opere storiche dell'artista si trovano nelle collezioni del Mart di Rovereto, della Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze e della Galleria d'Arte Moderna di Torino.

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